lunedì 4 gennaio 2016

SDL CENTROSTUDI: PERIZIA SALVA AZIENDA DA DECRETO INGIUNTIVO DI 800.000 EURO

Altro successo di SDL Centrostudi sul fronte delle Banche.

Sdl Centrostudi


La società E. s.p.a. ha proposto opposizione attraverso l’avv. prof. Piero Lorusso avverso il decreto ingiuntivo ottenuto nei suoi confronti dalla Banca per il recupero della complessiva somma di euro 800.000,00, quale saldo debitorio dei c/c nn., fondandola sulla perizia di SDL da cui sono emerse sia usura sia anatocismo.


A fondamento della spiegata impugnativa l’opponente ha dedotto la risalenza al 1966 dei due contratti di conto corrente posti dalla banca alIa base della propria pretesa monitoria, oggetto nel corso del tempo, oltre di rinnovate numerazioni, di svariate irregolarità ai suoi danni, quali la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi a fronte di una differente frequenza di capitalizzazione trimestrale degli interessi attivi; l’applicazione di interessi passivi al tasso ultralegale e di commissioni di massimo scoperto pure a fronte di una mancata originaria pattuizione in forma scritta; la postergazione delle valute ne pagamento degli assegni presentati per l’incasso.

A fronte di tale difesa, la Banca ha chiesto la provvisoria esecuzione del decreto opposto, facendo rilevare in particolare come i rapporti contrattuali siano stati regolati sin dall’origine in forma scritta, come da contratti versati agli atti del procedimento monitorio.

Orbene, in forza del disposto dell’art. 648 c.p.c., la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto può essere concessa ove l’opposizione non sia fondata su prova scritta o di pronta soluzione.

In particolare, per prova scritta deve intendersi qualsiasi documento idoneo a provare. ex artt. 2699 ss. c.c., il fondamento delle eccezioni del debitore ingiunto (convenuto sostanziale) e, conseguentemente, l’infondatezza della pretesa creditoria del ricorrente in monitorio (attore sostanziale).

E’ evidente, tuttavia, che preliminare ai fini della concessione della provvisoria esecuzione è la delibazione sia pure in via sommaria, dell’esistenza della stessa pretesa creditoria, sulla base degli ordinari canoni probatori: infatti, l’opposizione a decreto ingiuntivo dà vita ad un giudizio a cognizione piena, assoggettata alle normali regole di riparto degli oneri probatori. II creditore che ha agito per l’adempimento, conseguentemente, deve provare la fonte (legale o negoziale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza e può limitarsi alia mera allegazione della circostanza dell’inadempimento della controparte, mentre il debitore è gravato dell’onere della prova del fatto estintivo dell’altrui pretesa, costituito dall’avvenuto adempimento (cosi Cass., Sez. Un., 30 ottobre 2001 n. 13533).

Nel caso di specie, benché l’attore in senso sostanziale abbia versato in atti il titolo negoziale della propria pretesa (ossia i contratti sottoscritti, in cui risulta regolamentato il tasso di interesse passivo e pattuita una commissione di massimo scoperto, appare assistita da verosimile fondatezza, almeno a livello di delibazione sommaria, la censura dell’opponente afferente alla nullità della clausola negoziale che configura usura, anatocismo e una capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi a fronte di una frequenza annuale di capitalizzazione degli interessi attivi. Ciò porta ad ipotizzare la necessità di rideterminare il credito della Banca nei confronti del correntista, almeno in relazione al periodo antecedente l’entrata in vigore della delibera CICR del 9 febbraio 2000, che ha reso legittima la prassi della capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi se accompagnata da una pari frequenza di capitalizzazione degli interessi attivi; e, peraltro, alla luce delle indicazioni fornite dalla Suprema Corte, appare verosimile ritenere che tale rideterminazione dovrà avere luogo espungendo, in relazione al periodo in oggetto, qualsiasi forma di capitalizzazione degli interessi debitori (cfr. Cass., Sez. Un., 2 dicembre 2010, n. 24418).

Va denegata, pertanto, la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, in attesa del necessario approfondimento istruttorio sulla validità -in tutte le loro clausole – dei contratti azionati in via monitoria da BP e sull’esatto ammontare del credito vantato da parte opposta.

Avv. Prof. Piero Lorusso



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domenica 3 gennaio 2016

INTERVISTA ALL'AVVOCATO BIAGIO RICCIO SU SETTIMANALE "VERO"

L’intervista a seguito di un importante convegno che si è tenuto in data 23 Ottobre 2015 a Napoli presso l’Hotel Excelsior cui Fondazione SDL ha aderito ed intitolato Il Favor Debitoris nel Diritto Bancario, dove è stato effettuato un primo bilancio della legge 108/96 a quasi 20 anni dalla sua entrata in vigore ed è stata inoltre inaugurata l’Associazione Favor DEBITORIS.


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Dalla parte dei consumatori. 
Sopra tutti i correntisti bancari, parti debili che, in certi casi, si trovano strozzate da tassi d'interesse troppo alti. Questo è il biglietto da visita dell'avvocato Biagio Riccio. Autore di numerose pubblicazioni, esperto id diritto fallimentare e societario, il legale ha ottenuto importanti risultati in tema di usura e anatocismo bancario. In questi giorni nasce il sito Internet di Favor Debitoris, l'associazione di cui è fondatore. Lo abbiamo incontrato.

IL 95% DEI CONTI NON È CORRETTO

Avvocato, quali sono i numeri dell'usura e dell'anatocismo bancario? 

"Secondo un report pubblicato dalla fondazione SDL, addirittura il 95 percento dei contratti di conto corrente esaminati presenterebbero tassi usurari. Già nel 1999, la stessa Banca d'Italia ha dovuto prendere atto che tutte le banche praticavano l'anatocismo (la produzione di interessi da altri interessi, resi produttivi, sebbene scaduti o non pagati, su un determinato capitale, ndr), che è un espediente raffinato. Poi sono arrivati il decreto salva banche e la reintroduzione dell'anatocismo come pratica legale. Così gli istituti ancora oggi calcolano gli interessi con tassi usurari".

In questo senso, che cosa può fare un'associazione?

"La nostra è una scelta etica prima che culturale, che nasce nell'alveo di un impegno costante che mi ha visto difendere sempre la parte più debole della relazione processuale in questi vent'anni di professione. Abbiamo coinvolto anche diverse fondazioni, da SDL Centrostudi fino a Interessi Comuni. Ogni giorno sentiamo il grido di dolore dei vessati dalle banche che, in forza di crediti che si rivelano essere usurari, si vedono notificare decreti ingiuntivi e vengono segnalati alla Centrale Rischi della Banca d'Italia. E si vedono revocare linee di credito: così si crea quella irreversibile crisi di liquidità che comporta diversi fallimenti aziendali". 

Quali sono in concreto le iniziative che proponete? 

"Noi sosteniamo che deve essere riformato il Testo unico, che raccoglie tutte le leggi in tema di diritto bancario, in modo che preveda espressamente la possibilità che la banca sbagli. E, in questo caso, previo accertamento giurisdizionale, l'istituto deve essere punito con una sanzione pari al triplo del valore della segnalazione, salvo il maggior danno".


"IL PROCESSO? SOLO COME EXTREMA RATIO"

Qual è la peculiarità professionale che contraddistingue un avvocato? 

"L'avvocato, in primo luogo, è un mediatore che deve comporre il conflitto. garantendo la massima assistenza. Il giudice è la extrema ratio: bisogna, in qualsiasi caso, arrivare a una transazione per non inflazionare la macchina giudiziaria con procedimento troppo onerosi e pesanti. Ritengo che anche i colpevoli, indifendibili, debbono avere tutela. In qualsiasi circostanza si deve trovare una soluzione per il proprio assistito, anche riconoscendo la colpa per un ravvedimento, se è il caso. Così il danno si limita e si rende un servigio alla comunità e al cliente".

Ci spiega per quale motivo ha deciso di svolgere questa attività? 

"Ho sempre avuto la propensione a trovare soluzioni, anche in caso assai complessi e articolati. Confesso altresì, di essere piuttosto vanitoso: mi piace parlare in contesti pubblici. Un'arringa mi diverte e mi esalta allo stesso tempo . Il potere e il fascino della parola richiamano la persuasione, l'arte di convincere: l'avvocato è in primo luogo un attore che deve ammaliare chi decide".

Il nostro processo penale è caratterizzato da un modello di tipo accusatorio, in cui il difensore del cittadino indagato o a processo può ricorrere anche alle indagini difensive. Che ne pensa? 

"Con la riforma del Codice di procedura penale si è passati dal modello inquisitorio a quello accusatorio, e a mio avviso questa è stata una grande conquista. Ne occorrono altre due: la divisione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti e la mitigazione della carcerazione preventiva". 

E se non avesse fatto questo mestiere? 

"Avrei fatto il giornalista. Amo moltissimo scrivere. Leggo cinque quotidiani al giorno e adoro la prosa di Indro Montanelli: in sessanta righe diceva tutto.  

In questo momento piuttosto difficile per l'Italia, qual è la notizia che, più di tutte, le piacerebbe leggere sui giornali? 

"Mi piacerebbe vedere in giro meno povertà e miseria. In questo Paese non c'è più la classe media, la borghesia che ci ha trainato per anni. Stiamo diventando più poveri. E, come se non bastasse, abbiamo sempre meno fantasia imprenditoriale".