giovedì 31 maggio 2018

A GAETA LA GIORNATA DEDICATA AL CONTRASTO DEL GIOCO D'AZZARDO

I dati allarmanti del gioco d'azzardo in terra pontina sono stati analizzati dal sociologo Maurizio Fiasco. Sociologo, collaboratore della Fondazione SDL. 



Sabato 26 maggio la Caritas Diocesana di Gaeta ha organizzato, in collaborazione con Cdla e Libera Presidio Sud Pontino una giornata dedicata al gioco d’azzardo. Ha partecipato anche il Prof. Maurizio Fiasco, esperto attivo nella lotta contro l’azzardo. Il relatore è sociologo, collaboratore della Fondazione SDL per l’educazione finanziaria delle imprese e per gli studi aziendali, collaboratore della Consulta nazionale della Fondazione Antiusura, presidente di ALEA – Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, nonché insignito dell’onorificenza quale “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avendo indirizzato le sue ricerche sui fenomeni del gioco d’azzardo e dell’usura. 

I dati riguardanti l’azzardo sul territorio sud pontino, pubblicati recentemente dal Gruppo Editoriale Gedi, sono a dir poco allarmanti. La media delle giocate pro capite per l’azzardo, per le sole macchinette Awp e Vlt nel 2016, è stata di circa 900 euro, molto al di sopra di quella nazionale e corrispondente a una incidenza sul reddito di circa il 6%. La diffusione di macchinette slot machine è pari a 1.250 con una media di 7,5 apparecchi per 1000 abitanti; analogo è il discorso per tutte le varietà dei “gratta e vinci” e le diverse tipologie di lotterie.

La Fondazione SDL nasce per l’educazione finanziaria delle imprese e per gli studi aziendali, seguendo gli stessi valori etici SDL Centrostudi ha deciso di adottare nel declinare la propria idea di responsabilità sociale d’impresa, fornendo un’azione non solo di supporto legale, ma anche educativa in ambito finanziario/bancario a tutti quei soggetti, aziende e famiglie produttrici, che versano in condizioni di sovra indebitamento e rischio di usura bancaria. 

La Fondazione SDL è un contributo di SDL Centrostudi allo sviluppo sostenibile e al rafforzamento della coesione sociale attraverso il ripristino della correttezza dei rapporti tra il sistema finanziario/bancario e imprese laddove si siano manifestate asimmetrie informative, usura bancaria e vessazioni nei confronti di molte aziende. 

Il comitato scientifico e gli operatori di Fondazione SDL, su mandato del C.d.A., hanno avviato o stanno avviando collaborazioni e/o iniziative di assistenza con tutti i soggetti previsti dallo statuto come destinatarie dell’attività e delle iniziative ordinarie e straordinarie della Fondazione:


  • Comunità civiche e le famiglie 
  • Aziende di tutti i territori di interesse 
  • Rappresentanze delle parti datoriali e sindacali 
  • Le comunità degli affari di tutti i territori economici interessati 
  • Istituzioni scientifiche ed universitarie 
  • Studiosi nelle discipline economiche, sociali e giuridiche 
  • Le Camere di Commercio 
  • Il sistema bancario e finanziario

lunedì 28 maggio 2018

DONNA DISABILE DI 71 ANNI SOTTO SFRATTO, MA EQUITALIA PRETENDE 1 MILIONE DI EURO

La denuncia è partita dal figlio di una donna di 71 anni ex titolare di una sartoria: «Costretto a sistemarla nel mio camper. La porterò così davanti al municipio»



Equitalia pretende da lei oltre un milione di euro: 1.133.655,90 euro per la precisione. Tuttavia questa signora (il cui nome non viene divulgato per motivi di privacy) che a 71 anni ed era titolare di una sartoria oggi vive solo della pensione ed è in condizioni di salute molto precarie – per le quali assume fino a 30 farmaci al giorno.

La pensione non le consente di affrontare con serenità le spese quotidiane. Non è neppure in grado di pagare l’affitto e, anzi, grava su di lei un’ingiunzione di sfratto ormai in scadenza. Il prossimo 23 maggio lei e il suo compagno dovranno lasciare la casa al piano di sopra del capannone che un tempo ospitava la lavorazione sartoriale.

Ai tempi d’oro la sua sartoria, che riparava su misura capi d’abbigliamento firmato – Max Mara e Fendi per citare alcune marche –, dava lavoro a 20 persone. Ma negli ultimi anni l’attività, complice la crisi, si è ridotta inesorabilmente, fino a cessare. E Paola ora non può permettersi neppure le spese per le prassi burocratiche di chiusura.

Storie  di quasi ordinaria amministrazione purtroppo. Di questa triste vicenda ne ha parlato la Gazzetta di Reggio

Le cartelle di pagamento di Equitalia, o come si chiama ora "Agenzia delle Entrate-Riscossione”, sono un incubo ricorrente nella vita degli italiani. SDL Centrostudi, società bresciana esperta nel campo della lotta agli abusi bancari e degli agenti di riscossione ci spiega come si evita di incorrere in sanzioni più gravi come il pignoramento dei beni. 

lunedì 21 maggio 2018

I "FURBETTI" DI EQUITALIA

Equitalia, o per meglio dire Agenzia delle Entrate – Riscossione, si rivela sempre più una macchina spietata nata solo per estorcere soldi, senza curarsi minimamente delle condizioni personali di chi ha la sventura di ricevere una delle loro famigerate cartelle esattoriali.  Ma è in corso un accertamento perché pare bastasse pagare una mazzetta alle persone giuste e magicamente le cartelle esattoriali risultavano di importi inferiori, sparivano fermi amministrativi e gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate venivano annullati.




Una delle ultime vittime di questa macchina aspira soldi è un pensionato leccese al quale Equitalia avrebbe voluto pignorare la pensione di vecchiaia, pari a Euro 587,66 al mese. 

Tutto nasce, come ci si può aspettare, da una serie di cartelle esattoriali, che superano la spaventosa cifra di 143.000 euro. Per ottenere il pagamento delle cartelle, Equitalia aveva decretato il pignoramento del quinto della pensione, secondo quanto previsto dalla legge. La stessa legge che ha salvato il pensionato, dato che la pensione può essere pignorata solamente nella misura di un quinto di quanto rimane della stessa dopo avere detratto una somma pari all’assegno sociale aumentato della metà, ossia il cosiddetto minimo vitale impignorabile che, per il 2015, equivaleva ad Euro 672,78 (oggi è pari a Euro 679,50). E, come abbiamo visto prima, la pensione mensile è decisamente inferiore, e quindi non pignorabile. 

Equitalia però dovrebbe prestare molta attenzione a ciò che succede al suo interno, più che pignorare le pensioni illegalmente. 

ARRIVANO I "FURBETTI"

Dentro Equitalia Sud, la stessa che cercato di pignorare la pensione, bastava pagare una mazzetta alle persone giuste e magicamente le cartelle esattoriali risultavano di importi inferiori, sparivano fermi amministrativi e gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate venivano annullati. Una cartella esattoriale diventava di importo più basso, un fermo amministrativo spariva, un accertamento dell’Agenzia delle Entrate veniva annullato.

Approfondisci la notizia
Un sistema collaudato per incassare soldi sottobanco
e far sparire le pendenze: ci sono almeno dieci indagati


Almeno dieci persone sono oggetto delle indagini della Guardia di Finanza, che sta analizzando nel dettaglio quanto successo, soprattutto per capire chi non abbia controllato ciò che succedeva negli uffici di Equitalia per evitare la formazione di questo sistema di mazzette, che hanno causato un buco nell’attività di riscossione. L’inchiesta in corso potrebbe certificare un danno per le casse dello Stato che dovrebbe aggirarsi attorno al milione di euro. Per la modifica delle cartelle esattoriali e dei fermi amministrativi, secondo gli inquirenti esisteva un vero e proprio «tariffario»: da duecento a duemila euro per la cancellazione dei fermi e la modifica delle situazioni debitorie nonché dai 10 ai 50 euro per le visure.

sabato 5 maggio 2018

EQUITALIA SCONFITTA DUE VOLTE: ESIGEVA PAGAMENTI NON DOVUTI


Più volte abbiamo riportato di cause vinte dai cittadini con l’annullamento delle cartelle di Equitalia. Mancava però un caso di perseveranza di Equitalia nell’inviare alla stessa persona cartelle esattoriali inesigibili. 



Questa complicata vicenda giudiziaria ha come vittima un’operatrice socio sanitaria piemontese, che nel settembre 2014 si era vista pignorare un quinto dello stipendio da Equitalia, per via cartelle di pagamento per violazioni del codice della strada e atti di pignoramento che lei non aveva mai potuto vedere: le erano stati mandate a un domicilio che aveva lasciato nel 2009. L’unica via per riavere indietro le somme è stata rivolgersi al tribunale, che ha condannato Equitalia Nord spa a restituirle il capitale pignorato e risarcirla con 1.215 euro per averle preso dei soldi senza averne diritto. 

A dicembre 2017 però tutto ricomincia da zero, dato che arrivano due nuove intimazioni con cui l’ex Equitalia le chiede il pagamento di cartelle mai ricevute. 



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Inoltre parte delle cartelle risultano già prescritte. È assurdo che siano state commesse le stesse violazioni già sanzionate, a solo un anno di distanza, e anche in questo caso la soluzione è stata quella di rivolgersi al tribunale per ottenere l’annullamento delle intimazioni e il risarcimento del danno.

Serafino Di Loreto uno degli avvocati più noti e rappresentativi in Italia, fondatore di SDL Centrostudi, azienda in prima linea per risanare anomalie bancarie e finanziarie, ha fornito alcuni consigli relativi alla gestione delle cartelle di Equitalia: Come difendersi da Equitalia e dalle banche?

"Uno degli strumenti forniti dalla legge - spiega il noto avvocato - per bloccare i pignoramenti è la rateizzazione del debito, che prevede lo stop del pignoramento al pagamento della prima rata". 

"Un altro sistema per difendersi è dato da Equitalia stessa. Dato che è una struttura legata alla Pubblica Amministrazione, Equitalia soffre degli stessi vizi burocratici, e quindi commette innumerevoli errori come SDL Centrostudi ha più volte descritto". 

"Prima di procedere alla rottamazione delle cartelle esattoriali si devono sollevare tutti i vizi di forma presenti, in modo da evitare i rischi che la rottamazione presenta. Anche le notifiche via Pec non sono esenti da errori, dato che Equitalia continua a mandare le notifiche elettroniche in pdf e senza la necessaria firma digitale, rendendo quindi le cartelle annullabili senza nessuno sforzo. Il pdf allegato alla mail, senza firma digitale, non può considerarsi un valido documento informatico e non ne è garantita la genuinità e, secondo un diffuso orientamento giurisprudenziale, non rappresenta un valido documento informatico, ma una mera copia".



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lunedì 23 aprile 2018

EQUITALIA? BATTUTA ANCORA UNA VOLTA DA UN IMPRENDITORE


I contribuenti vessati da Equitalia possono festeggiare! Un imprenditore di Castellammare di Stabia si è visto annullare dalla commissione tributaria locale una cartella esattoriale di 418.000 euro. Equitalia pur di ottenere i soldi era arrivata a ipotecare alcuni beni di sua proprietà. Ma all’imprenditore la maxi-cartella esattoriale non era mai stata notificata, e ciò ha portato all’annullamento e alla condanna di Equitalia a pagare spese processuali per 6mila euro.


La vicenda inizia il 20 marzo 2015, quando l’agenzia di riscossione notifica a un imprenditore edile una comunicazione di iscrizione ipotecaria con la quale intimava il pagamento entro 30 giorni di 418mila euro, in alternativa i beni ipotecati sarebbero stati venduti. La somma richiesta derivava da una cartella di pagamento notificata, secondo l’agente di riscossione, il 7 ottobre 2014. 

Nella realtà, mai notificata. In assenza della notifica o della prova dell’avvenuta notifica della cartelle di pagamento, contenenti l’iscrizione dei ruoli, quali titoli esecutivi, o nell’ipotesi di invalidità della notifica stessa viene a cadere il presupposto del diritto all’invito a pagare e all’eventuale iscrizione ipotecaria, le quali risultano illegittime in quanto la nullità della notifica degli atti presupposti comporta l’invalidità di quelli conseguenti. 

Avvocato Serafino Di Loreto
Di conseguenza il ricorso presentato poteva avere un’unica soluzione, e il giudice della commissione provinciale tributaria ha annullato sia l’iscrizione ipotecaria, salvando i beni della società, sia la cartella di pagamento di 418mila euro, perché mai notificata. 

"Equitalia è ufficialmente morta - spiega l'avvocato Serafino Di Loreto, fondatore di SDL Centrostudi ma continua a fare danni e a presentare cartelle pazze e a iscrivere imprenditori e persone comuni nel registro delle ipoteche senza ragione alcuna, e la situazione potrà solo peggiorare. Con il cambio di nome in Agenzia delle Entrate – Riscossione ne sono stati estesi i poteri, concedendo l’accesso alle principali banche dati". 



venerdì 16 marzo 2018

BANKITALIA: QUOTA ITALIANI A RISCHIO POVERTÀ SALE A 23%

Spesso si dice che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Secondo quanto riporta Bankitalia, il 5% delle famiglie più ricche italiane detiene il 40% della ricchezza del Paese  (in media pari a 1,3 milioni di euro). Al 30% delle famiglie più povere spetta invece solamente l'1% della ricchezza. 

sdl centrostudi

Nell'Indagine sui bilanci delle famiglie italiane appena presentata, e riferita al 2016, il reddito equivalente medio delle famiglie italiane è cresciuto del 3,5% rispetto al 2014, registrando quindi un’interruzione nella caduta, avviatasi nel 2006. 

Sono però aumentate la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e la quota di individui a rischio di povertà. L'indice di Gini, una misura della disuguaglianza che varia tra 0 e 1, è salito al 33,5% (33% nel 2014 e 32% nel 2006), un livello simile a quello registrato nella seconda metà degli anni novanta dello scorso secolo. La quota di persone a rischio di povertà, cioè con un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano (una definizione analoga a quella impiegata dall'Eurostat), è salita al 23% (19,6% nel 2006). Il rischio di povertà è più elevato per le famiglie con capofamiglia più giovane, meno istruito, nato all'estero, e per le famiglie residenti nel Mezzogiorno; tra il 2006 e il 2016 è diminuito solo tra le famiglie con capofamiglia pensionato o con oltre 65 anni. 

Tra il 2014 e il 2016 la ricchezza netta è diminuita, quasi interamente per effetto del calo del prezzo delle case. La flessione è stata più marcata per i patrimoni più elevati, anche se circa il 70% delle famiglie è proprietaria dell'abitazione in cui risiede. La quota di proprietari è però diminuita tra le famiglie con capofamiglia fino a 45 anni (dal 59 al 52 per cento tra il 2006 e il 2016). La quota di famiglie indebitate si è ridotta, dal 23% al 21%; per queste famiglie, le passività rappresentano circa il 18% del patrimonio lordo. Tra il 2006 e il 2016 il calo della quota di famiglie indebitate è stato più marcato (oltre 10 punti percentuali) per le famiglie con capofamiglia tra i 25 e i 45 anni, riflettendo soprattutto il minor ricorso al credito al consumo. La quota di famiglie finanziariamente vulnerabili è rimasta sostanzialmente stabile (circa 11% delle famiglie indebitate e circa il 2% del complesso delle famiglie).

CONSUMATORI SOVRAINDEBITATI? LA PROPOSTA DI SDL CENTROSTUDI 

La ‘Fondazione SDL’ e l’Avvocato Serafino Di Loreto, noto per le battaglie contro banche e fisco ingiusti, al servizio di cittadini e imprese soffocati da debiti ormai ingestibili

La crisi ha prodotto, in tutta la penisola, come suo ultimo e tragico effetto, una nuova categoria di soggetti in difficoltà: i cosiddetti ‘sovraindebitati’, ovvero cittadini, consumatori, liberi professionisti, artigiani e piccole e medie imprese che, a causa della perdita o del drastico scemare del lavoro, hanno visto ridursi pesantemente le proprie entrate, non riuscendo più a far fronte alla gestione delle proprie spese (in primis mutui, affitti, leasing, finanziamenti e versamento delle imposte). E ritrovandosi, così, in breve tempo, di colpo, letteralmente sommersi e travolti da un monte debiti in costante e impetuoso aumento. 

LA LEGGE SALVA-SUICIDI 

Proprio al fine di arginare tale dilagante situazione è stata varata 5 anni fa la cosiddetta Legge 3/2012 – meglio nota anche come ‘Legge salva-suicidi’ -, grazie alla quale è stato possibile salvare dal tracollo economico (ma anche fisico e psichico) persone ormai vittime da tempo della cosiddetta ‘morte civile’: impossibilità di intestarsi un bene mobile o immobile (auto o casa, per paura che venga aggredito dai creditori), impossibilità di accedere a finanziamenti o di avere carte di credito, bancomat.

Avv. Serafino Di Loreto
Avv. Serafino Di Loreto 
“Una legge efficace ma di cui poco o niente si parla, che consente una vera e propria rinascita per le persone sovraindebitate: le quali mettendo a disposizione parte del proprio reddito o il proprio patrimonio, si esdebitano: vale a dire che, con il poco che hanno, salvaguardando la loro parte di entrate atta a garantire il prosieguo di una vita dignitosa, ottengono la cancellazione anche fino al 90% del cumulo debiti maturato verso privati, banche e Fisco, compresa la rimozione del proprio nominativo da tutte le banche dati dei cattivi pagatori. E poter così ripartire da zero, liberi da ogni vincolo con un passato disastroso e pesante”, spiega l’avvocato Serafino Di Loreto di ‘SDL Centrostudi(www.sdlcentrsotudi.it), fondatore di ‘Fondazione SDL per l’Educazione Finanziaria delle Imprese e per gli Studi Aziendali’.
Per poi concludere: “Proprio in questi giorni, ‘Fondazione SDL’ si è resa disponibile in città a un tavolo di confronto in merito a un bando che prevede la possibilità di aprire uno sportello tecnico di ascolto e servizio per poter offrire assistenza, aiuto e tutela ai torinesi alle prese con contingenti problemi di sovraindebitamento”, dichiara Serafino Di Loreto.
Per contattare lo staff dell'Avvocato Serafino di Loreto potete compilare il form sul sito SDL 

giovedì 8 febbraio 2018

SONO LE FAMIGLIE ITALIANE QUELLE CHE SOSTENGONO LO SPAVENTOSO DEBITO PUBBLICO

Il tallone d’Achille economico dell’Italia è noto: il suo alto debito pubblico. Meno noto è che il debito privato è tra i più bassi d'Europa. Nel conteggio vanno inseriti gli svariati miliardi che le famiglie italiane hanno trasformato in crediti privati acquistando titoli di Stato, in gran parte BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali). A cui è bene aggiungere 1.400 miliardi di liquidità (circa il 70% del debito pubblico) non ancora investita e che si trova nei conti correnti e che viene intaccata annualmente dall’inflazione.


Quando gli investitori stranieri iniziano a vendere BTP italiani, le famiglie italiane iniziano a comprare, andando a coprire la mancanza dei fondi esteri. L'ultima volta è accaduto durante la crisi del 2011 quando gli investitori stranieri sono fuggiti dal debito pubblico mentre le famiglie acquistavano in massa i BTp Italia che offrivano il 7-8% annuo.

Le famiglie italiane si sono rivelate essere, insieme alla Banca centrale europea che compra titoli di Stato nell'ambito del programma di quantitative easing, gli unici attori economici che sostengono il debito pubblico italiano.

Con le elezioni alle porte, la storia si ripete, con un’importante differenza: a differenza di quanto accaduto precedentemente, le banche stanno vendendo, più che acquistando, BTP, anche a seguito della crisi bancaria recente. La fine del QE, prevista per quest’anno, è un altro incentivo per gli investitori istituzionali per vendere i loro BTP, prima che l’inflazione torni a crescere in modo stabile e i rendimenti diminuiscano. 

Se non ci fossero quindi le famiglie probabilmente i rendimenti attuali – che già vedono l'Italia superata da Portogallo e Spagna e all'ultimo posto nell'Eurozona esclusa la Grecia – sarebbero probabilmente più alti. La dimostrazione si è avuta due giorni fa, con le borse in tracollo a causa della previsione della fine dei sostegni finanziari da parte delle banche centrali. In una seduta di debolezza di Piazza Affari, titoli bancari compresi, e per i corporate bond, i titoli di Stato italiani hanno recuperato già in mattinata le perdite iniziali, chiudendo la seduta poco mossi.

giovedì 11 gennaio 2018

EQUITALIA BEFFATA: CARTELLE NULLE SE NON VIENE VERIFICATO L'INDIRIZZO. SENTENZA STORICA

A Rovigo provvedimento beffa per Equitalia, l’ente di recupero crediti.




“La cartella esattoriale è nulla se non viene verificato l’indirizzo”: questa la sentenza di un giudice di pace del tribunale di Rovigo su Equitalia. Che, dopo la sconfitta, subisce anche la beffa perché in caso di indirizzo non verificato l’ente di recupero crediti è anche chiamato a pagare le spese legali.




La sentenza in questione è stata emessa nei giorni scorsi in seguito al ricorso vinto da un automobilista che si è visto recapitare una salatissima cartella esattoriale da Equitalia, comprensiva di interessi per ritardi nel pagamento. Peccato però che la “vittima” non abbia mai ricevuto la multa originaria né il suo importo, motivo per cui si è rivolto al giudice di pace. 

Vincendo il ricorso contro Equitalia, che dunque non potrà più limitare i suoi compiti alla richiesta dei crediti insoluti da parte dei Comuni e inviare le cartelle esattoriali. Prima di inviare le varie cartella dovrà necessariamente verificare che la procedura di notifica e la validità del titolo rispondano ai requisiti normativi.