giovedì 7 dicembre 2017

EQUITALIA SCONFITTA! LA NOTIFICA NON PUÒ AVVENIRE TRAMITE PEC

L'Agenzia delle entrate è stata sconfitta in commissione tributaria e sono state annullate tutte le cartelle per svariati migliaia di euro ad un utente cilentano perché "la notifica a mezzo PEC, effettuata dalla Agenzia delle Entrate – Riscossione, non ha validità di notifica, quando sprovvista di tutti i requisiti previsti dalla legge"


È notizia di qualche giorno fa della vittoria di un cittadino presso la Commissione Tributaria, cui si era rivolta la Equitalia, che aveva già subito uno “smacco” in primo grado.

Nell’occasione il legale che difendeva il cittadino vessato ha ottenuto che la Commissione rigettasse l’appello dell’Ente, che si è visto annullare cartelle per svariate migliaia di Euro. E ciò, sul presupposto che le cartelle, poste a base di un preavviso di fermo e di iscrizione ipotecaria, emesse a carico di una società da lui assistita, sono state notificate a quest’ultima a mezzo PEC (posta elettronica certificata).
Il  tema della notifica delle cartelle esattoriali a mezzo PEC è stato affrontato con l'opposizione  alle controdeduzioni di parte avversa, ottenendo l’ennesimo riconoscimento della bontà delle sue argomentazione.

La predetta sentenza resa dalla Commissione Tributaria Regionale di Napoli, sezione di Salerno, unico precedente giurisprudenziale nella regione Campania, sancisce un principio molto importante e, cioè, che la notifica a mezzo PEC, effettuata dalla Agenzia delle Entrate – Riscossione, non ha validità di notifica, quando sprovvista di tutti i requisiti previsti dalla legge.


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mercoledì 6 dicembre 2017

I LADRI? LAVORANO IN BANCA

SDL Centrostudi segnala le anomalie, vere e proprie truffe, ai danni di correntisti, a furia di carte bollate, dalla sua fondazione, attirandosi ire e critiche da più parti, ma ora finalmente qualcuno finalmente ammette a chiare lettere che le banche sono piene di ladri. 

Federico Ghizzoni, che per anni ha guidato Unicredit, nell'ultimo libro scritto dall’ex direttore del Sole24Ore, Roberto Napoletano, Il Cigno nero e il Cavaliere bianco conferma quanto sostenuto: «Nelle banche ci sono ladri». 

Che ovviamente non si derubano fra loro, ma derubano i risparmiatori e gli imprenditori. Che, senza l’intervento di SDL Centrostudi, non hanno nessuno che li difenda, e nemmeno così a volte la magistratura si schiera dalla parte dei derubati. L’ex numero uno di Unicredit, nel libro citato poco fa, dice a chiare lettere qualcosa che è diventato totalmente chiaro solo con il salvataggio di MPS: le banche si sono salvate a spese nostre. 

Queste le parole di Ghizzoni: “Non voglio giustificare nessuno, tanto meno i ladri che ci sono e vanno puniti in modo esemplare. Ma se le banche italiane hanno cominciato a vendere le obbligazioni in casa ai clienti, in modo anomalo, lo hanno fatto per necessità; bisogna prendere atto che ci fu nel novembre del 2011 un problema drammatico di proporzioni mai viste in termini di liquidità e che quel problema si è trascinato anche dopo, perché ha inciso sulla fiducia. Voglio essere ancora più chiaro: questa prassi è deprecabile, e la condanno, ma c' è chi lo ha fatto perché non aveva alternative e riteneva di poter ripagare. Alla fine, l'unico modo per fare provvista di lungo termine per questi è stato quello di utilizzare il canale retail. Se no nessuno ti dà niente”. Per chi non conoscesse il significato, "retail" vuol dire clientela, correntisti, risparmiatori, gente comune. In sintesi: risparmiatori e piccoli imprenditori.

Uno dei sistemi più rapidi e veloci per ottenere liquidità è stato quello di vendere obbligazioni subordinate ai propri clienti, con direttori di filiale e funzionari che avrebbe fornito informazioni incomplete ai clienti. I risparmiatori si sarebbero fidati delle promesse dei direttori di filiali sulla bontà dell'investimento, rimettendoci invece tutti i risparmi investiti. 

La cifra finale dei costi legati a queste spericolate azioni finanziarie è enorme: 70 miliardi di perdite per il sistema Italia, ripartite fra banche sane (10 miliardi), Stato (20 miliardi), risparmiatori (i rimanenti 40). In realtà il conto è tutto degli italiani, perché anche gli istituti sani si stanno ripagando l'esborso grazie ai rincari applicati su conti correnti, bancomat o bonifici. E, ovviamente, i soldi messi dallo Stato, sono i soldi dei risparmatori. 



E, naturalmente, gli istituti di credito, continuano a commettere i loro reati abituali, l’anatocismo e l’usura bancaria, da sempre al centro delle attività di SDL Centrostudi, come dimostrano alcuni dati. Oltre 150mila persone assistite in 7 anni, 407.943 pre-analisi gratuite effettuate sulle condizioni economiche di consumatori e soggetti in difficoltà, e ben più di 65.000 perizie effettuate su conti correnti e rapporti bancari in essere di privati e imprese strappati alla finanza spregiudicata messa in atto da finanziarie e istituti di credito di vario genere: tutti numeri che, nel complesso, hanno permesso sino a oggi di recuperare somme illecite sottratte agli italiani da Fisco, Equitalia, erario e banche per un totale complessivo di circa 240 milioni di euro.