giovedì 27 luglio 2017

SDL CENTROSTUDI: UN AIUTO IN DIFESA DALLE BANCHE E DELL'USURA BANCARIA

SDL Centrostudi è specializzata nell'analisi dei contenziosi con il sistema finanziario-bancario, qual è la sua mission?



SDL è una società commerciale, non è una Onlus né un'Associazione ed è strutturata con trasparenza in modo tale che possa rendere un servizio e una utilità a tutti i soggetti che prendono parte a questo tipo di attività. SDL e tutte le persone che collaborano con essa mettono a disposizione la loro professionalità per garantire un servizio adeguato. E i fruitori di questo servizio non lo richiedono solo con spirito di rivalsa contro le banche o le finanziarie. 

Si rivolgono a SDL Centrostudi per risolvere problemi concreti, soprattutto in questo periodo di crisi, per ridurre il proprio indebitamento, contrapporsi magari a una modalità di esigere imposte e tasse a dir poco vergognosa. Così SDL investe non solo per dare possibilità di guadagno a chi lavora al suo interno, ma soprattutto per dare possibilità di riscatto per i clienti e le aziende che a SDL si rivolgono. Praticamente sono le banche stesse, con i loro comportamenti scorretti, a fare in modo che i loro utenti si rivolgano a SDL per riavere indietro i loro soldi.  

Quali sono i problemi principali che incontra SDL Centrostudi?

I problemi per una società come SDL Centrostudi arrivano al momento di andare in tribunale. Nonostante gli impegni, le promesse e i programmi, il processo tributario non rappresenta una priorità, sacrificato quindi sull’altare di necessità elettorali più impellenti. Nonostante ciò, l’esigenza di mettere mano alla giustizia tributaria è avvertita da tutti, anche se sembra mancare la volontà politica di risolverlo. All’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, nel ricordare che oggi ben il 47% dei ricorsi in Cassazione civile è tributario, ha lanciato il grido di allarme che nei prossimi anni sarà raggiunta la quota del 65%: che, in altre parole, i due terzi dei ricorsi in Cassazione sarà tributario.
Se il problema è la mole dei contenziosi (soprattutto in Cassazione), ci si deve chiedere le ragioni del fenomeno, in modo da intervenire direttamente sulle fonti del problema. Le cause appaiono essenzialmente due. 

1) Con una scelta che appare decisamente folle, le controversie tributarie, sono affidate a giudici onorari; a giudici, cioè, che giudicano “nel tempo libero” e, soprattutto, per compensi risibili. Dal lato dell’efficienza, è un sistema che sicuramente funziona, ma che lascia quantomeno perplessi in merito alle competenze di diritto tributario dei giudici onorari. 

2) Il giudizio di Cassazione non aiuta a risolvere le controversie, dato che che sempre più spesso si contraddice, anche a distanza di pochissimo tempo (come accaduto in materia di cumulo giuridico e di omessi versamenti o di conferimento e cessione di quote ai fini dell’imposta di registro), smarrendo così il ruolo di guida per la giustizia di merito (che sempre più spesso di discosta dall’orientamento della Corte di legittimità) e per gli operatori (anche l’Agenzia). 


Ebbene, è evidente che il tema della maggiore professionalizzazione dei giudici di merito e del recupero della funzione di guida della Cassazione sono intrecciati: con sentenze di merito redatte meglio, è naturale sperare in un calo del numero di ricorsi al giudice di ultima istanza, mentre con una giurisprudenza di Cassazione più univoca e convincente, si avrebbe non solo una giurisprudenza di merito più omogenea ma, al contempo, maggiori disincentivi a promuovere e proseguire istanze pretestuose.