mercoledì 28 dicembre 2016

BANCHE: RITORNA L'ANATOCISMO?

“A seguito delle modifiche all’articolo 120 del Testo Unico Bancario introdotte dalla legge n. 49 del 2016, La invitiamo a rivolgersi al personale presso qualsiasi sportello della Banca, al fine di regolarizzare le modalità di regolamento degli interessi debitori riguardo al suo rapporto di conto corrente”.
Sono in molti ad avere ricevuto una comunicazione simile, via email o tramite posta tradizionale.  
Avvicinandosi la fine dell'anno, il 31 dicembre, data fatidica della nuova formulazione della legge sull’anatocismo per la maturazione degli interessi sul conto corrente, con l’ultima modifica all’articolo 120 del TUB si sancisce il divieto di anatocismo (anche se qualche interpretazione dello stesso parla di un raggiramento dell’articolo 1283 del codice civile), quando si conferisce al correntista la possibilità  di decidere come  regolarizzare la liquidazione degli interessi maturati sul conto corrente personale.
Dobbiamo ricordare che gli interessi debitori vengono conteggiati dalla data del 31 dicembre e sono esigibili il 1° marzo dell’anno successivo rispetto al mese in cui  sono maturati; nel caso di chiusura definitiva del rapporto, gli interessi sono immediatamente esigibili.
Il cliente può autorizzare, anche preventivamente, l’addebito degli interessi sul conto al momento in cui questi divengono esigibili; in questo caso la somma addebitata è considerata sorte capitale; l’autorizzazione è revocabile in ogni momento, purché prima che l’addebito abbia avuto luogo.
Questa possibilità che viene concessa al correntista nasconde, cioè, una sorta di “imposizione”: un obbligo di liquidazione degli interessi passivi solutori da rispettare entro 60 giorni che altrimenti  si tramuta in una automatica e legittima applicaione dell’anatocismo annuale. Nulla potrà salvare il correntista dall’aver previsto che “l’autorizzazione è revocabile in ogni momento, anche se prima che l’addebito abbia avuto luogo”.
Dal nuovo testo dell’art. 120 TUB sembra  che l’intervento del legislatore abbia inteso reintrodurre, almeno parzialmente la legittimità della pratica anatocistica.

lunedì 10 ottobre 2016

SDL CENTROSTUDI CONVEGNO PER LA LEGALITÀ A L'AQUILA

Mercoledì 12 ottobre dalle ore 10 alle ore 13,00 si svolgerà presso l’auditorium del Parco – Viale delle Medaglie d’Oro, 67 il “convegno per la legalità‘’ organizzato da SDL Centrostudi con il patrocinio del Comune dell’Aquila.

I Temi che verranno trattati sono: Debito pubblico e signoraggio; La legalità Bancaria; Come difendersi; Strumenti per migliorare il rapporto Banca Impresa.

Nel Corso del Convegno ci sarà la presentazione del libro, da parte dell’Autore, Angiolo Pellegrini, “Noi gli Uomini di Falcone, la guerra che ci impedirono di vincere”.

Angiolo Pellegrini, Generale dell’Arma dei Carabinieri, è stato comandante della sezione antimafia di Palermo dal 1981 al 1985. Come uomo di fiducia del pool, ha portato a compimento le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra.

Al convegno parteciperanno: Padre Quirino Salomone, Frate francescano ex rettore della basilica di Collemaggio a L’Aquila; Avv.to Biagio Riccio, Avvocato civilista – Patrocinante in Cassazione; Dott. Pietro Calabrò, Presidente SDL Centrostudi S.p.A – ex Magistrato.

Il dott. Calabrò, sempre in prima linea nella difesa dei cittadini e delle famiglie, è celebre per avere ottenuto la prima sentenza italiana contro l’anatocismo bancario che dopo circa 40 anni di sentenze negative della Corte di Cassazione, contribuì in modo determinante a invertire detta tendenza e a sanzionare come illegittimo il comportamento delle banche.



SDL Centrostudi spa è una società specializzata nell’analisi delle problematiche attinenti i rapporti con il sistema finanziario e bancario, nonché con i soggetti deputati al recupero di imposte e tasse.

Il fine perseguito è, in primis, quello di ripristinare la trasparenza nei predetti rapporti, spesso viziati da anomalie quali, ad esempio, l’anatocismo e l’usura.

L’intento di SDL Centrostudi è quello di informare gli interessati dei pregiudizi a tale titolo sofferti, offrendo loro una tutela spesso sconosciuta alla parte contrattuale più debole.

SDL Centrostudi studia l’interazione tra le proposte di strumenti bancari o finanziari, le norme vigenti in materia e la conseguente evoluzione giurisprudenziale, al fine di limitare l’asimmetria informativa che contraddistingue, non di rado, i rapporti tra banca e cliente, proponendo conseguentemente un piano d’intervento stragiudiziale e giudiziale volto a garantire l’accertamento delle violazioni e l’affermazione dei diritti negati.
SDL Centrostudi ha approfondito rilevanti altre tematiche, quali quelle della ristrutturazione del debito delle imprese, del sovraindebitamento, dell’esdebitazione e di ogni aspetto del contenzioso tributario, offrendo sostanziali e concrete soluzioni a tutti i soggetti coinvolti da simili problematiche.

martedì 19 luglio 2016

ALLE RADICI DELLA LEGGE 108/96, PER LA TUTELA DELLA DIGNITAS DEL DEBITORE.


CONVEGNO A ROMA 25.7.2016 SALA ALDO MORO CAMERA DEI DEPUTATI.

È una grande occasione per l'associazione Favor debitoris tenere un convegno nella sala Aldo Moro alla Camera dei deputati a Roma il giorno 25 luglio

L'Avv. Biagio Riccio
L’evento è particolare in quanto si realizza un altro prodigio di Padre Rastrelli: l’afflato spirituale della sua missione entra in Favor debitoris.


Si dispiega una sinergia di iniziative, conferenze, una programmazione scientifica, tesa a valorizzare il testamento della Fondazione Moscati nella lotta contro l’usura criminale e bancaria.


Da qui l’onore di avere con noi Magistrati, uomini di cultura, rappresentanti autorevoli delle imprese, della politica, che possono spiegarci la storia, il percorso ed il cammino della legge 108/96, perché sia compresa e migliorata.

Sarà ovviamente commentato e discusso anche il decreto banche(n.59/2016), che oramai è diventato legge con tutto il suo carico di incostituzionalità, come rilevato diffusamente nel terzo numero dei nostri Quaderni,che saranno distribuiti nel corso dei lavori.

Cerchiamo di comprendere le radici di una legge, che segna una grande battaglia di civiltà giuridica per la tutela della dignitas del debitore.

sabato 9 luglio 2016

BAIL-IN: RISCHIA ANCHE CHI HA UN CONTO CORRENTE SOTTO I 100.000 EURO

Bail-in significa che i creditori di una banca fallita saranno coinvolti nelle perdite. Il default della banca provocherà la perdita integrale dei soldi investiti in azioni della stessa, in obbligazioni subordinate e (forse) anche quelle senior.



Ma è vero che in caso di default della tua banca il “prelievo forzoso” provocato dal bail-in riguarderà solo il saldo del conto corrente per la parte eccedente 100.000 euro?
Mi devo preoccupare se ho un conto corrente con somme inferiori a quella cifra? 

Si: è adeguato preoccuparsi della procedura del salvataggio più che del salvataggio vero e proprio. Facciamo un esempio per spiegare il senso della domanda. Facciamo l’ipotesi che la banca non abbia i conti in ordine e debba essere salvata: per sanare il buco i primi a risponderne con i propri risparmi saranno gli azionisti, poi gli obbligazionisti ed infine i depositanti sopra i 100.000 euro (garantiti dal Fitd). 

RISCHIA ANCHE IL CORRENTISTA CHE HA MENO DI 100.000 EURO 

Allora perché preoccuparsi se non si possiede più di 100mila euro in conto? Perché comunque si avvia una procedura, tutti i prodotti della banca vengono bloccati in attesa della risoluzione, da quelli più complessi fino al semplice conto corrente. Tutti significa che anche i conti correnti al di sotto dei 100mila euro vengono bloccati e qualsiasi operazione è disabilitata fino a quando non sia risanato il buco. Considerando una veloce esecuzione da parte degli organi competenti, per un salvataggio (non stiamo parlando di un fallimento conclamato) è adeguato considerare un intervallo medio di tre mesi. Provate a considerare cosa potrebbe significare per molti non potere disporre dei propri risparmi per tre mesi! Dunque indipendentemente dai rischi chi corrono veramente, è sempre utile conoscere lo stato di salute del proprio istituto di credito.

COSA DICONO GLI ESPERTI?


Claudio Borghi, economista, docente all’Università Cattolica di Milano, risponde a tutte queste domande e svela le manovre e gli interessi che si celano dietro allo spostamento dell’onere dei salvataggi bancari dalla BCE di Mario Draghi alle tasche dei correntisti, cioè noi: "Una banca fa questo: raccoglie denaro dalla clientela sotto forma di prestiti, obbligazioni e similari, e poi questo stesso denaro lo utilizza, lo presta alla clientela incassando la differenza di tasso fra quello che è il costo della sua raccolta e il ricavo degli impieghi, vale a dire “prestare denaro”. Però, se i prestiti che hanno fatto non rientrano più, come fanno poi a restituire, a loro volta, i denari a chi ha prestato loro i soldi? A un certo punto alla banca viene voglia di non restituirli e alza le mani dicendo: “sono in difficoltà". 

COME INFORMARSI SULLA CONDIZIONE PATRIMONIALE DELLA PROPRIA BANCA?

Attraverso l'indice Cet1, acronimo di Common Equity Tier 1, ovvero, il parametro che misura la solidità di un istituto di credito o di una banca. Tale indice, infatti, si calcola rapportando il capitale a disposizione della banca con le sue attività ponderate al rischio, ossia, a quanto ammonta il rischio al quale la banca o l'istituto è esposto. 

Pertanto, per vedere se la banca è solida il Cet1 deve essere sopra la soglia minima che per le banche italiane, è stata fissata dalla BCE, al 9%.

Ovviamente la trattazione non può essere completa, tuttavia gli elementi chiariti sono più che sufficienti per valutare la propria posizione qualora ne rileviate l’esigenza.

Il video seguente è abbastanza esplicativo, anche impreciso. Dovrebbe essere corretto per la parte che riguarda il rischio del correntista: nessuno infatti può più dirsi al sicuro che i propri soldi in banca gli saranno effettivamente restituiti in caso di dissesto finanziario. 



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giovedì 30 giugno 2016

DISASTRO ANNUNCIATO PER 1 MILIONE E MEZZO DI FAMIGLIE E PICCOLE / MEDIE IMPRESE

È stato approvato dalla Camera dei Deputati il Decreto Banche (n.59/2016) che legittima il patto commissorio, il cui effetto devastante sarà quello che molte imprese, quando sottoscriveranno i contratti con le banche, già hanno consapevolezza che potranno perdere gli immobili conferiti in garanzia.

In un'aula sorda e grigia (ricordando il regime della menzogna, il Fascismo, come ebbe a ritenerlo Piero Calamandrei), l'iniqua legge è PASSATA SILENTE.

http://webtv.camera.it/archivio?id=9699&position=0

L'avvocato Biagio Riccio, che ha scritto l'emendamento sostenuto dal gruppo di Pippo Civati, ha tenuto una conferenza proprio alla Camera dei Deputati , denunciando l'usura reale che tale normativa contiene.

Condividiamo con lui e la sua associazione Favor Debitoris la battaglia che sarà intrapresa nei Tribunali di Italia per sottoporre al vaglio di costituzionalità l'infame norma.

sabato 19 marzo 2016

EQUITALIA CONDANNATA SE INSISTE IN UNA PRETESA INFONDATA

Lite temeraria a carico dell’esattore che insiste nella sua pretesa della quale, sulla base dei documenti in suo possesso, è manifesta l’infondatezza. Così ha stabilito la Cassazione ai danni di Equitalia con l’ordinanza del 22 dicembre 2015, n. 25852.




Nei fatti di causa, già il Tribunale di Torino aveva respinto l’opposizione proposta da Equitalia per ottenere l’ammissione allo stato passivo del Fallimento di una S.r.l. di crediti erariali insinuati con due distinte domande tardive. Secondo il Tribunale, infatti, Equitalia aveva già chiesto ed ottenuto l’ammissione dei crediti in parola grazie ad un’altra domanda di insinuazione tardiva, di cui le due precedenti costituivano pertanto una “mera ed inammissibile duplicazione”. Inoltre, sempre secondo il Tribunale, Equitalia versava in una “colpa grave” per non aver verificato la correttezza del provvedimento di esclusione dei crediti: per questo, l’Ente della riscossione, oltre alle spese di lite, era stato condannato anche al pagamento della somma di 4mila euro. La decisione del Tribunale veniva nuovamente impugnata da Equitalia, questa volta davanti alla Cassazione.

E così si arriva alla pronuncia del 22 dicembre dei Giudici di Roma che, senza usare clemenza, hanno condannando Equitalia a pagare i 4mila euro precedentemente liquidati dal Tribunale. Su Equitalia grava un grave abuso: aver insistito per l’accoglimento della propria pretesa laddove poteva rendersi conto della sua infondatezza semplicemente osservando i dati in suo possesso. La Cassazione ha affermato: “Non v’è alcuna norma [...] dalla quale possa desumersi l’obbligo dell’agente (Equitalia) di impugnare il provvedimento di esclusione del credito e di insistere per l’accoglimento di una domanda della quale, sulla scorta dei documenti che sono in suo possesso, può agevolmente verificare la manifesta infondatezza”. 

Per saperne di più cliccare qui 

Fonte: Fiscopiù - Giuffrè per i Commercialisti 


EQUITALIA: 92 DIRIGENTI PREMIATI CON 1,5 MILIONI DI EURO

"La società a controllo pubblico, incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio italiano, bastona i contribuenti con cartelle esattoriali vessatorie e premia con lauti compensi i suoi dirigenti". 
È quanto una ricerca de Il Giornale che pubblica il costo di Equitalia: 1,5 milioni di euro.



Su 92 dirigenti in carico alla società, 92 hanno ricevuto una retribuzione legata alla valutazione di risultato. Tutti bravi e meritevoli di ricevere il premio insomma. Alcuni hanno ottenuto una parte variabile più sostanziosa, vicina ai 45 mila euro. Mentre altri si sono dovuti accontentare di 3 mila euro. Ma nessuno è rimasto a bocca asciutta, andando puntualmente a integrare la parte fissa dello stipendio.

Continua il Giornale che  Mineo, per esempio, nel 2014 era accreditato di uno stipendio composto solo di parte fissa, ma di 260.400 euro. Un po’ di più del tetto di 240 mila euro fissato dal Governo di Matteo Renzi, che però è entrato in vigore dopo. Poi troviamo Renato Raffaele Vicario, che tra parte fissa (196.400 euro) e parte legata al risultato (34.800), ha incassato 231.200 euro. A seguire Luciano Mattonelli, forte di 230.200 euro (fisso di 196.400 più risultato di 33.800). Poco più sotto si collocano Marco Balassi con 225 mila euro (fisso di 189 mila più risultato di 36 mila), Carlo Lassandro con 223.200 euro (fisso di 189.300 più risultato di 33.900) e Mauro Bronzato con 212.300, (fisso di 166.400 più risultato di 45.900). Può essere il caso di registrare che lo stesso Bronzato, all’interno dei 92 dirigenti, è quello con il compenso più alto legato al risultato (i suddetti 45.900 euro).

La "cuccagna di Equitalia" è venuta a galla dopo che i dati del 2014 sono stati pubblicati dalla società controllata dalla Agenzia delle Entrate. Bisogna quindi precisare che questi dati si riferiscono a due anni fa, quando era ancora alla guida l'Ad Benedetto Mineo, sostituito l'estate scorsa dall'attuale, Ernesto Maria Ruffini. Ma le cose sembrano essere rimaste invariate: infatti tutti i dirigenti premiati si trovano tuttora nei ranghi della società.


lunedì 29 febbraio 2016

CONVEGNO: ILLECITI FINANZIARI, BANCARI E RUOLO DI BANCA D'ITALIA


CAGLIARI. Grande successo di pubblico sabato 27 febbraio al convegno formativo “Illeciti finanziari/bancari e ruolo di Banca d’Italia

All’Hotel Holiday Inn di Cagliari (viale Ticca) si è tenuto il convegno formativo per professionisti organizzato dalla Fondazione Sdl, specializzata nell’analisi dei contenziosi con il sistema finanziario e bancario. 

sdl centrostudi
L’evento, al quale ha partecipato un pubblico numeroso di oltre 200 persone, riservato agli Ordini degli Avvocati e dei Commercialisti con il riconoscimento dei relativi crediti formativi ha visto l'intervento del presidente degli Avvocati, Rita Dedola, dei Commercialisti, Marco Ferri, della Sdl Centrostudi, Piero Calabrò, e l’avvocato Biagio Riccio. 

Fondazione SDL ha esaminato oltre 46.000 conti correnti in capo a 14 mila imprese, per un complesso di 125 mila addetti: si scopre che il 99% dei conti correnti presenta anomalie, il 71% tassi di interesse superiori alla soglia di usura, e che ogni 100 euro un’alta percentuale non era dovuta.

In molti casi si tratta di anatocismo, ovvero l’applicazione di interessi sugli interessi maturati, che fanno crescere il debito verso la banca. E i clienti non se accorgono.

Le Banche che sbagliano devono essere punite“, ha affermato il Senatore Enrico Bueni.  Fondazione SDL sta portando avanti da anni una battaglia per difendere i diritti di imprenditori e correntisti. L’ultimo disegno di legge presentato al Senato della Repubblica riguarda il tema relativo alle “Erronee segnalazioni alla centrale rischi” da parte delle banche: un flagello per centinaia di migliaia di italiani.

C’è dunque sempre più  la necessità di una riforma legislativa “sulla determinazione da parte della Banca d’Italia della cosiddetta soglia d’usura”, una legge che modifichi il tasso soglia e fermi la discrezionalità delle banche nell’applicazione di oneri e interessi che sempre di più determinano l’applicazione di tassi usurai nei rapporti con i clienti, in special modo con le imprese.
Una riforma legislativa sulla determinazione della soglia d’usura da parte della Banca d’Italia, ovvero sul tetto massimo di applicazione degli interessi da parte delle banche sul credito concesso.



PRESENTAZIONE SDL CENTROSTUDI 

I servizi offerti da SDL Centrostudi sono volti al supporto e alla tutela del soggetto interessato nei confronti di:
  • Anomalie bancarie: ANATOCISMO e USURA sui conti correnti
  • Irregolarità fiscali: ATTI IMPOSITIVI (es. cartelle esattoriali)
  • Anomalie finanziarie: DERIVATI, SWAP, MUTUI, LEASING
SDL Centrostudi effettua la verifica preliminare dell’esistenza di anomalie finanziarie, contrattuali e/o l’applicazione di eventuali interessi ultralegali (anatocismo e/o usura), sulla base dei documenti contrattuali consegnati dal soggetto interessato.

lunedì 4 gennaio 2016

SDL CENTROSTUDI: PERIZIA SALVA AZIENDA DA DECRETO INGIUNTIVO DI 800.000 EURO

Altro successo di SDL Centrostudi sul fronte delle Banche.

Sdl Centrostudi


La società E. s.p.a. ha proposto opposizione attraverso l’avv. prof. Piero Lorusso avverso il decreto ingiuntivo ottenuto nei suoi confronti dalla Banca per il recupero della complessiva somma di euro 800.000,00, quale saldo debitorio dei c/c nn., fondandola sulla perizia di SDL da cui sono emerse sia usura sia anatocismo.


A fondamento della spiegata impugnativa l’opponente ha dedotto la risalenza al 1966 dei due contratti di conto corrente posti dalla banca alIa base della propria pretesa monitoria, oggetto nel corso del tempo, oltre di rinnovate numerazioni, di svariate irregolarità ai suoi danni, quali la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi a fronte di una differente frequenza di capitalizzazione trimestrale degli interessi attivi; l’applicazione di interessi passivi al tasso ultralegale e di commissioni di massimo scoperto pure a fronte di una mancata originaria pattuizione in forma scritta; la postergazione delle valute ne pagamento degli assegni presentati per l’incasso.

A fronte di tale difesa, la Banca ha chiesto la provvisoria esecuzione del decreto opposto, facendo rilevare in particolare come i rapporti contrattuali siano stati regolati sin dall’origine in forma scritta, come da contratti versati agli atti del procedimento monitorio.

Orbene, in forza del disposto dell’art. 648 c.p.c., la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto può essere concessa ove l’opposizione non sia fondata su prova scritta o di pronta soluzione.

In particolare, per prova scritta deve intendersi qualsiasi documento idoneo a provare. ex artt. 2699 ss. c.c., il fondamento delle eccezioni del debitore ingiunto (convenuto sostanziale) e, conseguentemente, l’infondatezza della pretesa creditoria del ricorrente in monitorio (attore sostanziale).

E’ evidente, tuttavia, che preliminare ai fini della concessione della provvisoria esecuzione è la delibazione sia pure in via sommaria, dell’esistenza della stessa pretesa creditoria, sulla base degli ordinari canoni probatori: infatti, l’opposizione a decreto ingiuntivo dà vita ad un giudizio a cognizione piena, assoggettata alle normali regole di riparto degli oneri probatori. II creditore che ha agito per l’adempimento, conseguentemente, deve provare la fonte (legale o negoziale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza e può limitarsi alia mera allegazione della circostanza dell’inadempimento della controparte, mentre il debitore è gravato dell’onere della prova del fatto estintivo dell’altrui pretesa, costituito dall’avvenuto adempimento (cosi Cass., Sez. Un., 30 ottobre 2001 n. 13533).

Nel caso di specie, benché l’attore in senso sostanziale abbia versato in atti il titolo negoziale della propria pretesa (ossia i contratti sottoscritti, in cui risulta regolamentato il tasso di interesse passivo e pattuita una commissione di massimo scoperto, appare assistita da verosimile fondatezza, almeno a livello di delibazione sommaria, la censura dell’opponente afferente alla nullità della clausola negoziale che configura usura, anatocismo e una capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi a fronte di una frequenza annuale di capitalizzazione degli interessi attivi. Ciò porta ad ipotizzare la necessità di rideterminare il credito della Banca nei confronti del correntista, almeno in relazione al periodo antecedente l’entrata in vigore della delibera CICR del 9 febbraio 2000, che ha reso legittima la prassi della capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi se accompagnata da una pari frequenza di capitalizzazione degli interessi attivi; e, peraltro, alla luce delle indicazioni fornite dalla Suprema Corte, appare verosimile ritenere che tale rideterminazione dovrà avere luogo espungendo, in relazione al periodo in oggetto, qualsiasi forma di capitalizzazione degli interessi debitori (cfr. Cass., Sez. Un., 2 dicembre 2010, n. 24418).

Va denegata, pertanto, la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, in attesa del necessario approfondimento istruttorio sulla validità -in tutte le loro clausole – dei contratti azionati in via monitoria da BP e sull’esatto ammontare del credito vantato da parte opposta.

Avv. Prof. Piero Lorusso



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domenica 3 gennaio 2016

INTERVISTA ALL'AVVOCATO BIAGIO RICCIO SU SETTIMANALE "VERO"

L’intervista a seguito di un importante convegno che si è tenuto in data 23 Ottobre 2015 a Napoli presso l’Hotel Excelsior cui Fondazione SDL ha aderito ed intitolato Il Favor Debitoris nel Diritto Bancario, dove è stato effettuato un primo bilancio della legge 108/96 a quasi 20 anni dalla sua entrata in vigore ed è stata inoltre inaugurata l’Associazione Favor DEBITORIS.


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Dalla parte dei consumatori. 
Sopra tutti i correntisti bancari, parti debili che, in certi casi, si trovano strozzate da tassi d'interesse troppo alti. Questo è il biglietto da visita dell'avvocato Biagio Riccio. Autore di numerose pubblicazioni, esperto id diritto fallimentare e societario, il legale ha ottenuto importanti risultati in tema di usura e anatocismo bancario. In questi giorni nasce il sito Internet di Favor Debitoris, l'associazione di cui è fondatore. Lo abbiamo incontrato.

IL 95% DEI CONTI NON È CORRETTO

Avvocato, quali sono i numeri dell'usura e dell'anatocismo bancario? 

"Secondo un report pubblicato dalla fondazione SDL, addirittura il 95 percento dei contratti di conto corrente esaminati presenterebbero tassi usurari. Già nel 1999, la stessa Banca d'Italia ha dovuto prendere atto che tutte le banche praticavano l'anatocismo (la produzione di interessi da altri interessi, resi produttivi, sebbene scaduti o non pagati, su un determinato capitale, ndr), che è un espediente raffinato. Poi sono arrivati il decreto salva banche e la reintroduzione dell'anatocismo come pratica legale. Così gli istituti ancora oggi calcolano gli interessi con tassi usurari".

In questo senso, che cosa può fare un'associazione?

"La nostra è una scelta etica prima che culturale, che nasce nell'alveo di un impegno costante che mi ha visto difendere sempre la parte più debole della relazione processuale in questi vent'anni di professione. Abbiamo coinvolto anche diverse fondazioni, da SDL Centrostudi fino a Interessi Comuni. Ogni giorno sentiamo il grido di dolore dei vessati dalle banche che, in forza di crediti che si rivelano essere usurari, si vedono notificare decreti ingiuntivi e vengono segnalati alla Centrale Rischi della Banca d'Italia. E si vedono revocare linee di credito: così si crea quella irreversibile crisi di liquidità che comporta diversi fallimenti aziendali". 

Quali sono in concreto le iniziative che proponete? 

"Noi sosteniamo che deve essere riformato il Testo unico, che raccoglie tutte le leggi in tema di diritto bancario, in modo che preveda espressamente la possibilità che la banca sbagli. E, in questo caso, previo accertamento giurisdizionale, l'istituto deve essere punito con una sanzione pari al triplo del valore della segnalazione, salvo il maggior danno".


"IL PROCESSO? SOLO COME EXTREMA RATIO"

Qual è la peculiarità professionale che contraddistingue un avvocato? 

"L'avvocato, in primo luogo, è un mediatore che deve comporre il conflitto. garantendo la massima assistenza. Il giudice è la extrema ratio: bisogna, in qualsiasi caso, arrivare a una transazione per non inflazionare la macchina giudiziaria con procedimento troppo onerosi e pesanti. Ritengo che anche i colpevoli, indifendibili, debbono avere tutela. In qualsiasi circostanza si deve trovare una soluzione per il proprio assistito, anche riconoscendo la colpa per un ravvedimento, se è il caso. Così il danno si limita e si rende un servigio alla comunità e al cliente".

Ci spiega per quale motivo ha deciso di svolgere questa attività? 

"Ho sempre avuto la propensione a trovare soluzioni, anche in caso assai complessi e articolati. Confesso altresì, di essere piuttosto vanitoso: mi piace parlare in contesti pubblici. Un'arringa mi diverte e mi esalta allo stesso tempo . Il potere e il fascino della parola richiamano la persuasione, l'arte di convincere: l'avvocato è in primo luogo un attore che deve ammaliare chi decide".

Il nostro processo penale è caratterizzato da un modello di tipo accusatorio, in cui il difensore del cittadino indagato o a processo può ricorrere anche alle indagini difensive. Che ne pensa? 

"Con la riforma del Codice di procedura penale si è passati dal modello inquisitorio a quello accusatorio, e a mio avviso questa è stata una grande conquista. Ne occorrono altre due: la divisione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti e la mitigazione della carcerazione preventiva". 

E se non avesse fatto questo mestiere? 

"Avrei fatto il giornalista. Amo moltissimo scrivere. Leggo cinque quotidiani al giorno e adoro la prosa di Indro Montanelli: in sessanta righe diceva tutto.  

In questo momento piuttosto difficile per l'Italia, qual è la notizia che, più di tutte, le piacerebbe leggere sui giornali? 

"Mi piacerebbe vedere in giro meno povertà e miseria. In questo Paese non c'è più la classe media, la borghesia che ci ha trainato per anni. Stiamo diventando più poveri. E, come se non bastasse, abbiamo sempre meno fantasia imprenditoriale".