lunedì 21 maggio 2018

I "FURBETTI" DI EQUITALIA

Equitalia, o per meglio dire Agenzia delle Entrate – Riscossione, si rivela sempre più una macchina spietata nata solo per estorcere soldi, senza curarsi minimamente delle condizioni personali di chi ha la sventura di ricevere una delle loro famigerate cartelle esattoriali.  Ma è in corso un accertamento perché pare bastasse pagare una mazzetta alle persone giuste e magicamente le cartelle esattoriali risultavano di importi inferiori, sparivano fermi amministrativi e gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate venivano annullati.




Una delle ultime vittime di questa macchina aspira soldi è un pensionato leccese al quale Equitalia avrebbe voluto pignorare la pensione di vecchiaia, pari a Euro 587,66 al mese. 

Tutto nasce, come ci si può aspettare, da una serie di cartelle esattoriali, che superano la spaventosa cifra di 143.000 euro. Per ottenere il pagamento delle cartelle, Equitalia aveva decretato il pignoramento del quinto della pensione, secondo quanto previsto dalla legge. La stessa legge che ha salvato il pensionato, dato che la pensione può essere pignorata solamente nella misura di un quinto di quanto rimane della stessa dopo avere detratto una somma pari all’assegno sociale aumentato della metà, ossia il cosiddetto minimo vitale impignorabile che, per il 2015, equivaleva ad Euro 672,78 (oggi è pari a Euro 679,50). E, come abbiamo visto prima, la pensione mensile è decisamente inferiore, e quindi non pignorabile. 

Equitalia però dovrebbe prestare molta attenzione a ciò che succede al suo interno, più che pignorare le pensioni illegalmente. 

ARRIVANO I "FURBETTI"

Dentro Equitalia Sud, la stessa che cercato di pignorare la pensione, bastava pagare una mazzetta alle persone giuste e magicamente le cartelle esattoriali risultavano di importi inferiori, sparivano fermi amministrativi e gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate venivano annullati. Una cartella esattoriale diventava di importo più basso, un fermo amministrativo spariva, un accertamento dell’Agenzia delle Entrate veniva annullato.

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Almeno dieci persone sono oggetto delle indagini della Guardia di Finanza, che sta analizzando nel dettaglio quanto successo, soprattutto per capire chi non abbia controllato ciò che succedeva negli uffici di Equitalia per evitare la formazione di questo sistema di mazzette, che hanno causato un buco nell’attività di riscossione. L’inchiesta in corso potrebbe certificare un danno per le casse dello Stato che dovrebbe aggirarsi attorno al milione di euro. Per la modifica delle cartelle esattoriali e dei fermi amministrativi, secondo gli inquirenti esisteva un vero e proprio «tariffario»: da duecento a duemila euro per la cancellazione dei fermi e la modifica delle situazioni debitorie nonché dai 10 ai 50 euro per le visure.

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